Davida

TG Ciao, quanto tempo sei negli Stati Uniti?

Sono arrivata a Boston lo scorso agosto 2010.

TG Da cosa è nata l’idea di partire?


Ho sempre avuto molto interesse per il diverso e adoro viaggiare.  Volevo provare un’esperienza di vita altra rispetto a quella italiana. E...il fatto che il mio ragazzo fosse americano ha sicuramente facilitato le cose! In piú la situazione lavorativa non era delle migliori...il precariato in Italia è come una spada di Damocle sulla testa.  Così abbiamo passato un po’ di tempo qui nell’estate del 2009 e poi abbiamo deciso di fare il grande salto oltre la “pozza” l’estate scorsa. Ci siamo anche sposati qui.

TG Dove vivevi prima di partire per gli Stati Uniti?

Vivevo in Brianza e lavoravo a Monza, insegnavo italiano in una scuola bilingue.

TG Sei partita con un lavoro gia sicuro o non avevi nessun contratto negli Stati Uniti?

Sono partita senza un lavoro, un po’ all’avventura...un po’ irresponsabilmente, se vuoi.  Solo il mio ragazzo aveva trovato lavoro: ha fatto il colloquio tramite Skype per insegnare in una scuola...in Italia sarebbe stato impensabile!

La situazione lavorativa mi preoccupava, anche perché pensavo che senza lavoro non avrei avuto alcun benefit come l’asssicurazione sanitaria. Sapevo anche che avrei comunque dovuto aspettare  il permesso di lavoro...e ci sono voluti ben sei mesi e mezzo prima che arrivasse.

TG Ma scusa, perché proprio cosi lontano? Perché gli Stati Uniti?

In realtà in un primo momento il fattore lontananza mi ha frenato molto. Quando stavamo considerando di trasferirci ho avuto piu’ di un momento di incertezza e i dubbi  si accollavano uno sull’altro. Avrei preferito di gran lunga stare piú  vicino alla mia famiglia e ai miei amici...ma poi abbiamo deciso di partire: vivere all’estero è un’esperienza che consiglio a tutti, si impara molto su noi stessi.

TG Raccontami nella vita quotidiana le differenze, le qualità che hai trovato?

La vita è ovviamente completamente diversa da quella italiana.  Dove siamo noi  è aperta campagna, ci sono grandi fattorie e i ritmi sono scanditi dalle stagioni: d’inverno si esce poco perché  fa freddissimo (ho affrontato i miei pirmi meno 20 gradi Centigradi) l’ autunno è cadenzato dalle feste (Columbus Day, Thanksgiving day, Halloween) la primevera  e l’estate sono dedicate al mercato dei contadini e alle fiere  di paese, in cui si mostrano gli animali e i prodotti migliori.

Inoltre questa  è  una zona caratterizzata da un elevato livello culturale (rispetto al resto degli Stati Uniti) per la presenza di cinque delle piú  importanti università  americane: UMASS, AMHERST COLLEGE, SMITH COLLEGE, MOUNT HOLYOKE, HAMPSHIRE. In piú vicnio c’è il MIT, HARVARD, CAMBRIDGE, PRINCETON e YALE.

Per finire, siamo a due ore da Boston, tre da New York: comodo no?

TG Come ti sembra l’Italia vista da lì?

Devo ammettere che la mia percezione dell’Italia è cmbiata. Prima non vedevo l’ora di andarmene; ora non vedo l’ora di tornare! Mi manca tutto: il cibo, la cultura, i colori...persino il traffico! Ma d’altro canto vedo anche che le cose continuano a peggiorare: i giovani sono costretti al precariato, non vengono valorizzate le loro competenze, spesso non vengono nemmeno messi in condizione di poter scegliere.  E’ triste. Qui la situazione economica non è mgliore, ma  la creatività e l’iniziativa giovanile sono viste positivamente e spesso premiate.

Spero che le cose possano cambiare...

Seguimi sul mio blog!

Ciao

Davida