Sensibilità (velocità della pellicola)

21.12.2010 11:21

La sensibilità è la misura della velocità della pellicola, in pratica la rapidità con cui la pellicola reagisce alla luce che la colpisce dopo essere passata attraverso l’obiettivo.

 

Se una pellicola viene definita veloce, vuol dire che ha una sensibilità alta e che sarà quindi in grado di impressionarsi rapidamente con la luce che la colpirà. Al contrario, una pellicola lenta ha una sensibilità bassa e di conseguenza si impressionerà meno rapidamente.

 

Lo standard internazionale con cui si misura la sensibilità è detto ISO. Questo standard prevede che al raddoppiare del valore (valore ISO) anche la sensibilità della pellicola venga raddoppiata - e quindi al dimezzarsi del valore (valore ISO) anche la sensibilità della pellicola venga dimezzata.

 

I principali valori ISO sono i seguenti:

 

·               25

·               50

·               100

·               200

·               400

·               800

·               1600

·               3200

·               6400

 

Per fare un esempio: il valore ISO 200 rappresenta una determinata sensibilità pari alla metà della sensibilità corrispondente al valore ISO 400 e pari al doppio della sensibilità corrispondente al valore ISO 100.

 

Anche se, con l'avvento del digitale, le pellicole sono state soppiantate dai sensori, la sensibilità ISO continua ancora oggi ad avere un ruolo fondamentale nella fotografia, anzi possiamo dire che oggi molto più di ieri si parla di sensibilità ISO (o di valori ISO). Essa infatti  è diventata una delle principali caratteristiche del sensore.

 

Il sensore può essere regolato per simulare un determinato valore ISO piuttosto che un altro. Questo rappresenta, nei confronti della fotografia a pellicola, un enorme vantaggio: mentre prima per passare da una sensibilità ISO ad un’altra si doveva necessariamente sostituire la pellicola, oggi basta impostare un determinato valore ISO piuttosto che un altro sul sensore.

 

Avendo detto che più la sensibilità è alta (e quindi più il valore ISO è alto) e più la pellicola fotografica reagisce rapidamente alla luce, possiamo dire che più la sensibilità è alta e più ci sarà bisogno di meno luce per realizzare la fotografia. Per fare un esempio banale ma che può rendere bene il concetto, posso affermare che in una giornata di sole potrò impostare sulla macchina digitale un valore ISO basso (es. 100) in quanto c’è molta luce e non ho bisogno di una elevata sensibilità; al contrario in una giornata con cielo molto nuvoloso avrò poca luce e di conseguenza dovrò impostare un valore ISO alto (es. 800) per avere una elevata sensibilità.

 

Il termine con cui si misura il valore ISO è detto stop. E anche in questo caso, come già visto nel caso del diaframma e del tempo di esposizione, uno stop è un valore che sarà sempre pari al doppio rispetto allo stop inferiore e alla metà rispetto allo stop superiore.

 

E se, nella precedente lezione, abbiamo visto come l’utilizzo del termine stop per il diaframma e per il tempo di esposizione non era certo un caso… anche qui possiamo affermare che la cosa è voluta. Tra il diaframma, il tempo di esposizione e il valore ISO vi è infatti uno strettissimo legame.

 

Se riduco di uno stop il tempo di esposizione, posso compensare questa riduzione aumentando di uno stop l’apertura del diaframma oppure la sensibilità ISO. E ancora, se aumento di uno stop il valore ISO, posso compensare questo aumento riducendo di uno stop il tempo di esposizione oppure l’apertura del diaframma. Possiamo quindi affermare che, potendo agire sul tempo di esposizione, sull’apertura del diaframma e sul valore ISO:

·      aumentando di uno o più stop uno di questi tre valori, posso compensare tale aumento riducendo di uno o più stop uno dei restanti due valori

·      riducendo di uno o più stop uno di questi tre valori, posso compensare tale riduzione aumentando di uno o più stop uno dei restanti due valori

 

Ecco qualche esempio per comprendere meglio la relazione diretta tra i tre fattori.

 

Situazione iniziale:

tempo di esposizione: 1/60 di secondo

diaframma: f8

valore ISO: 200

 

·      Riducendo di uno stop l’apertura del diaframma, e quindi portandolo  a f11, posso compensare questa riduzione aumentando di uno stop il tempo di esposizione portandolo a 1/30 di secondo, oppure aumentando di uno stop il valore ISO portandolo a 400.

·      Aumentando di uno stop l’apertura del diaframma, e quindi portandolo a f5,6, posso compensare questo aumento riducendo di uno stop il tempo di esposizione portandolo a 1/125 di secondo, oppure riducendo di uno stop il valore ISO portandolo a 100.

·      Riducendo di tre stop il valore ISO, e quindi portandolo a 25, posso compensare questa riduzione aumentando di tre stop l’apertura del diaframma portandola a f2,8, oppure aumentando di tre stop il tempo di esposizione portandolo a 1/8 di secondo.

 

Ecco qualche esercizio per prendere familiarità con il rapporto che intercorre tra diaframmi, tempi di esposizione e valore ISO:

 

Situazione iniziale:

tempo di esposizione: 1/2000 di secondo

diaframma: f8

valore ISO: 1600

Se porto il diaframma a f16, che valore dovrò dare al tempo di esposizione oppure al valore ISO per mantenere la situazione invariata?

 

Situazione iniziale:

tempo di esposizione: 1/1000 di secondo

diaframma: f16

valore ISO: 100

Se porto il tempo di esposizione a 1/4000, che valore dovrò dare al tempo di esposizione oppure al valore ISO per mantenere la situazione invariata?

 

Situazione iniziale:

tempo di esposizione: 1/8000 di secondo

diaframma: f2,8

valore ISO: 1600

Se porto il diaframma a f11, che valore dovrò dare al tempo di esposizione oppure al valore ISO per mantenere la situazione invariata?

 

E non è tutto: se uno dei tre valori viene modificato di più di uno stop, possiamo compensare questa variazione agendo su entrambi gli altri due valori. Ad esempio: se aumento di tre stop il valore ISO, posso compensare questo aumento riducendo di uno stop il tempo di esposizione e di due stop l’apertura del diaframma.

 

Ma ora che abbiamo visto il rapporto che intercorre tra diaframmi, tempi di esposizione e valore ISO, può sorgere legittima una domanda: perché mai dovremmo avere la necessità di variare uno di questi tre valori e compensare tale variazione agendo su uno degli altri due valori o su entrambi? I motivi sono numerosi e vedremo nelle prossime lezioni come modificando diaframmi, tempi di esposizione e valore ISO siamo in grado non solo di far fronte a diverse situazioni in cui possiamo trovarci ma anche e soprattutto di modificare profondamente la fotografia che realizziamo.

 

Come già detto, le moderne macchine fotografiche, per un più preciso controllo del valore ISO presentano anche valori intermedi rispetto a quelli sopra indicati. Valori, cioè, che anziché avanzare di stop in stop, avanzano di un terzo oppure di un mezzo di stop. Per il momento non prendete in considerazione questi valori, ma cercate di utilizzare solo ed esclusivamente quelli che ho riportato in questa lezione.

 

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