Io Erasmus, tu?

03.01.2011 15:22

di Valentina di Cataldo

Studiare all’università è un’esperienza ricchissima, molto intensa e costruttiva, che però qualche volta può rivelarsi anche piuttosto faticosa. A furia di passare le ore chini sui libri a prepararsi per gli esami, infatti, si  corre il rischio di perdere di vista l’obiettivo generale del proprio studio: costruirsi una formazione approfondita e soddisfacente non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sotto il profilo umano. A volte è giusto ricordarsi che i voti sono importanti ma non sono tutto e che quello che rende un’esperienza di vita positiva piuttosto che negativa sono le persone che si incontrano e le amicizie che si costruiscono insieme.

Un’esperienza molto utile per non tralasciare questi aspetti è il programma di studio con scambio all’estero LLP Erasmus, che consente agli studenti di ogni facoltà di recarsi per uno o due semestri a seguire i corsi, a sostenere gli esami o a sviluppare il proprio progetto di tesi presso la sede di un’università europea gemellata.

Le mete sono tantissime. Ci sono scambi attivati con molti dei Paesi europei e oggi, con i progetti Leonardo e Comenius e con il programma Erasmus Mundus, i soggiorni non si limitano più all’ambito europeo, ma è possibile recarsi perfino negli altri continenti (U.S.A., America Latina, Asia, Australia).

Ma che cos’è, concretamente, l’Erasmus? Che cosa lo differenzia da una lunga vacanza? Cosa lo rende essenzialmente e radicalmente diverso da una traumatica esperienza di emigrazione? Perché dovrebbe essere positivo e divertente fare le valigie, mollare tutto e tutti e andarsene a studiare per un anno lontani da casa, in un ambiente sconosciuto e forse poco amichevole, in una lingua che non è la nostra e in mezzo a persone, compagni e professori mai visti prima, con abitudini e stili di vita molto diversi dai nostri?

Innanzitutto, la spinta che porta tanti ragazzi a spostarsi per cercare uno sbocco all’estero dipende da fattori molteplici e complessi ed è una tendenza che si verifica in maniera massiccia soprattutto negli ultimi anni. Per motivi sociali e soprattutto economici, oggi, il sogno di tanti ragazzi di rendersi indipendenti e autonomi dalla famiglia e di cominciare a muovere serenamente i primi passi verso l’età adulta, non può conciliarsi con la voglia di studiare e di costruirsi un futuro da studenti in Italia. Di fronte alla scelta necessaria tra guadagnare di che sopravvivere o scegliere di seguire la propria passione, la maggior parte dei giovani si trova costretta a rinunciare ai propri sogni e ad accontentarsi di un lavoro o di uno studio noioso e poco gratificante. Per ovviare a questa scelta obbligata, sempre più giovani e giovanissimi decidono di emigrare temporaneamente, in cerca di un ambiente più fertile e positivo all’estero, dove possano mettere da parte un bagaglio di esperienze e di conoscenze adeguato, che permetta loro di tornare in patria poi dopo qualche tempo per perseguire i propri sogni e progetti.

Questa è una tendenza generale, che non riguarda soltanto l’università italiana e di sicuro non dipende esclusivamente dal sistema scolastico. Al contrario, il luogo che si è dimostrato più aperto e attento alle esigenze dei propri studenti è forse proprio l’università stessa, che sembra essersi accorta del bisogno reale, nel mondo globalizzato in cui viviamo, di offrire una formazione internazionale, dinamica e stimolante ai giovani.

Il Programma Erasmus rientra in questa tendenza generale.

Ancora prima del singolo scambio, infatti, l’Erasmus è una rete di conoscenze tra le università di vari Paesi, un tessuto di relazioni internazionali che connette realtà diverse e che cerca di creare un rapporto continuo e vivo tra le varie strutture e parti. Per far funzionare il sistema, sia in Italia sia all’estero, ci sono molti professori, studenti, collaboratori, volontari che si occupano con entusiasmo di tutta la parte organizzativa e burocratica. Ogni sede ha il suo organo Erasmus, che agisce nell’ombra e manda avanti il tutto, gestendo le scadenze, i bandi, i programmi, la comparazione dei voti e dei progetti… in un’ottica davvero internazionale e sempre attenta alle dinamiche di scambio culturale. Questo aspetto fondamentale, però tocca gli studenti solo indirettamente.

Altro motivo più comune: si parte per imparare una lingua nuova e per vedere come si studia all’estero. Questo è sicuramente uno dei motivi. Ma a questo punto, l’unicità del programma non è ancora spiegata. L’esperienza di studio all’estero, infatti, non è soltanto bella: è unica! Se chiedete a chi l’ha provata, di sicuro vi risponderà con mille motivi ed esempi che per lui/lei l’hanno resa indimenticabile ed irripetibile e state certi che alla fine della chiacchierata ve la consiglierà.

L’Erasmus, infatti, è un’occasione strepitosa, la soluzione (quasi) ideale per chi decide di partire verso esperienze nuove e stimolanti, di visitare nuovi posti e vedere realtà sconosciute, di provare a vivere da soli e a gestirsi anche la vita quotidiana, ma senza andare allo sbaraglio. La struttura dell’università ospite è senza dubbio una garanzia per quanto riguarda la sicurezza e la familiarità del posto in cui approderete. (Certo, sempre meglio stare attenti, ma di certo non vi capiterà di finire nel castello degli orrori…). Inoltre, l’Erasmus vi permette non solo di non interrompere gli studi durante questo viaggio lungo, ma anzi, di approfondire, migliorare, estendere le conoscenze che avete iniziato ad apprendere in Italia. Tutta la procedura è seguita passo per passo. Prima della partenza, grazie al Learning Agreement (un contratto formativo stipulato tra le due università per ogni singolo studente e quindi cucito sulla vostra pelle e sulle vostre esigenze) vi saranno forniti una proposta di alloggio, i recapiti di un tutor da contattare in caso di necessità, un piano di studi congruo alla durata e alla natura del vostro soggiorno. Più aiutati di così…

Certo, partire col piede giusto è fondamentale. Bisogna avere voglia di mettersi in gioco e di imparare a conoscersi incontrando gli altri. Entrare in contatto con persone di molti luoghi diversi, tutte nello stesso momento, così come trovarvi a gestire situazioni un po’ estreme o di emergenza pratica (problemi tipo: come torno a casa stasera se nessuno mi riaccompagna? Cosa compro per cena se sugli scaffali non c’è la Barilla? Per quanti giorni riuscirò a sopravvivere con 50 euro nella giungla delle feste e delle gite? O anche: come faccio a farmi capire se so soltanto tre parole?) potrebbe provocarvi un po’ di capogiri all’inizio, e spesso può portarvi a scoprire man mano aspetti del vostro carattere che prima ignoravate completamente. Ma non bisogna demordere. Fa tutto parte del gioco ed è un’esperienza di crescita molto importante, che porta a prendere consapevolezza dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Se poi doveste sentirvi persi, soli, spaventati, pensate che ci sono altri studenti che, esattamente come voi, si trovano catapultati in una realtà nuova e sconosciuta. Sono gli altri Erasmus. Molte volte basta soltanto rivolgere loro la parola per creare un legame di amicizia. Spesso è proprio questa sensazione iniziale che fa scaturire le amicizie più profonde e durature. I rapporti che si creano nei primi mesi all’estero sono frutto non solo di una normale simpatia reciproca, ma di una vera e propria alchimia che si crea quasi magicamente.

A favorire le cose, c’è l’ESN, Erasmus Student Network, un’associazione internazionale (ogni sede ha la sua, c’è un ufficio in tutte le università partner che partecipano allo scambio) di volontari ex-studenti, tutti o quasi tutti con un’esperienza di Erasmus alle spalle, che si occupano della parte ludica e aggregativa: organizzano delle simpatiche feste Erasmus, uscite, iniziative, tour della città e dei dintorni, tutte occasioni molto divertenti per conoscere nuovi studenti e fare gruppo oltre che per conoscere meglio la realtà in cui si è arrivati. Se vi affidate a loro, almeno per i primi tempi, vedrete che sarà fin troppo facile trovare spunti e buone dinamiche di gruppo e anche quelle che potevano sembrare difficoltà vi appariranno per quello che sono: opportunità indimenticabili ed esperienze uniche e del tutto positive, che vi faranno tornare con una marcia in più!

Notizie tecniche: Le prime informazioni si trovano sui vari siti delle università, sotto la sezione “LLP Erasmus” (Qui trovate anche i recapiti email per mettervi in contatto con gli uffici e gli orari dei diversi sportelli di assistenza, dove è facile che troviate degli studenti ex-Erasmus esperti, preparati e sempre pronti a fornire primi chiarimenti e informazioni agli studenti interessati ad iscriversi ai bandi e a partecipare).

I bandi escono (sempre sui siti delle università e solitamente anche in cartaceo, appesi alle bacheche), verso gennaio- febbraio. Il periodo è vicino. Se siete interessati, non perdete d’occhio le informazioni!
 

 

 

 

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