Boa Vista, arcipelago di Capo Verde

Natura selvaggia, mare turchese, sabbia bianca impalpabile come cipria, vento teso e costante che gonfia la vela di kitesurfer esperti, onde vivaci che però non impediscono una bella nuotata. Attenzione però a non allontanarsi troppo dalla riva, ci troviamo in pieno Oceano Atlantico. E’ possibile avvistare tartarughine che salgono a galla per respirare, in alcuni periodi anche balene e delfini,  molto più spesso … pescecani! Il mare però è molto pescoso quindi non c’è nessun pericolo per l’uomo, almeno così si dice.

Siamo atterrati a Boa Vista, arcipelago di Capo Verde.

Basta pochissimo per innamorarsi di quest’isola affascinante e misteriosa in cui la natura regna sovrana e il turismo è ancora poco diffuso.

Paesaggi e colori si alternano continuamente girando l’isola a bordo di spartani fuoristrada o quad (moto a quattro ruote ideale per indimenticabili corse sulla spiaggia), gli unici mezzi che riescono ad attraversare le piste sterrate che la tagliano in lungo e in largo. Distese infinite di rocce rosse confinano con lingue di sabbia bianchissima, regno indisturbato (per ora) di grossi granchi dai riflessi blu, canyon dai colori accesi, molto simili a quelli americani, risaltano particolarmente in contrasto con il mare trasparentissimo che tocca tutte le tonalità di azzurro.

Protagonisti assoluti dell’isola sono energiche e coraggiose caprette, che incredibilmente trovano da mangiare in mezzo a sassi e rocce, e simpatici asinelli utilizzati dagli abitanti come comodi mezzi di trasporto. Le cittadine sono gradevoli e ospitali, con coloratissime case ed edifici coloniali testimoni del passato portoghese. Esprimono il buon umore e la serenità della loro popolazione.

Non mancano i misteri a Boa Vista, come quello del relitto del mercantile Santa Maria, arenatosi nel 1968 a pochi metri dalla riva, ormai diventato attrazione della spettacolare spiaggia di BOA ESPERANÇA, a nord dell’isola. Questo è solo uno, il più visibile, dei relitti di varie epoche storiche abbandonati sui fondali circostanti. Pare che la colpa sia una specie di polo magnetico capace di far impazzire le bussole e alterare la navigazione. Chi è incuriosito dall’archeologia ‘industriale’ può visitare anche un’antica fabbrica di mattoni ormai quasi totalmente conquistata dalla sabbia color oro della spiaggia di Chave: muri, carrelli arrugginiti e un’altissima ciminiera di mattoni svettante tra le dune.

Assolutamente deserta e solitaria invece la spiaggia più bella dell’isola e forse del mondo: Santa Monica, 18 chilometri di sabbia candida e mare da sogno, in cui sentirsi davvero soli, nessun albergo, nessun ristorante, nessun bar, niente di niente a parte la natura mozzafiato. Non molto lontano da qui c’è la riserva di Baia Ervatão, nella quale, tra maggio e ottobre, le tartarughe caretta caretta depongono le uova.

Anche lontano dalla costa le sorprese si sprecano: oasi di palme e vegetazione lussureggiante vicino alle pochissime sorgenti d’acqua (problema principale dell’isola) e, meraviglia delle meraviglie, l’inaspettato Deserto de Viana. Appena dietro la cittadina di Rabil, in mezzo a rocce di basalto nero come carbone, si trovano dune bianchissime su cui camminare rigorosamente a piedi scalzi e rotolarsi in totale libertà. Non si può lasciare l’isola senza averlo visto!