Provenza, ma non mare!

03.08.2011 11:27


 

Racconto anch’io il mio viaggio in Provenza dove c’era solo un imperativo: niente mare!!!

Niente scottature, code allucinanti, niente vasche tra negozietti per turisti, niente prezzi triplicati ecc ecc
(foto di proprietà di Pracucci, diritti riservati).

Risultato? Vacanza da solo.

 

Per fortuna la mia panda non mi abbandona e ci mettiamo in autostrada alla volta di Nizza.


Non mi fermo ma devio subito nell’entroterra (eh eh)  verso Saint Paul de Vence, piccolo paesino abbarbicato su una roccia , il cui ordito di piccole stradine garantisce una pace e un silenzio maestoso. Poco distante sorge Vence , anche lei carina, diciamo che questi paesini sono carini e tutti un po’ uguali e poi, se posso, non capisco mai quanto è originale (ad es delle mura medievali) e quanto è rifatto. Comunque è un dato di fatto che sciallare in quelle piazzette o per quelle viuzze con una baguette è una goduria.

 

 

 

Da qui Castellane e le mitiche gole del Verdon dove l’angelo biondo Patrick Edlinger ignorava la forza di gravità danzando su pareti strapiombanti con la leggerezza di Nureyev. (foto di proprietà di Xavier de Jauréguilberry, diritti riservati)
Ero curioso e eccitato di poter vedere quelle pareti che ho tanto ammirato nei libri di Patrick, di vedere se effettivamente il vuoto è così straripante come sembra, effettivamente è anche peggio. Già solo avvicinarsi alla ringhiera da dove i nuovi Edlinger si calano in doppia incute un certo terrore (almeno e me che non ho mai nascosto di soffrire di vertigini). Comunque merita: la strada che costeggia le Gorges regala panorami mozzafiato, sia per la natura sia per questi pazzi scatenati che vengono su dal nulla, sia per quelli che invece se ne stanno giù giù in basso chi con la canoa chi a  piedi a percorrere il fondo della gola.

 

Poi con una strada dai paesaggi fantasmagorici raggiungo Moustiers Sainte-Marie, questa si, una vera chicca! Qui mi piazzerei per una decina di giorni, a fare la pennicca. Solo che non sono l’unico a avere questi pensieri e la via centrale è un pullulare di turisti che cercano di evitare l’incedere lento ma costante delle bancarelle verso il centro della via. Il 90% vende maioliche, qui vanno alla grande, cosa che ovviamente  fa sciamare il mio interesse a persistere nella vasca. 

 

Saluto tutti e raggiungo il lago di Sainte Croix proprio mentre ci arriva anche il Verdon (eh eh). Piazzo la tenda sulle sue sponde e mi godo la frescura.

 

 

Da qui passando da Riez (ottimi e economici patè) attraverso infiniti campi di grano e finalmente arrivo a Vallensoile (la valle della lavanda).

Arrivo un po’ tardi (in luglio il top) ma è lo stesso spaziale. Un mare viola, (api dappertutto).


Continuo imperterrito verso ovest (let’s go west) e arrivo a Roussillon, cuore del parco regionale di Luberon  e famosa per i colori della terra ocra giallognoli e rossastri.



Muovo per Gordes , anche lui tipico paese arroccato e rigorosamente medievale, con però l’aggiunta di ville fantasmagoriche che in verità cozzano un po’ con la semplicità medievale.
(foto di proprietà di Pracucci, diritti riservati)

 





Qui, mi do un po’ di arie e decido di visitare l’eremo di Senanque, una super abbazia di monaci cistercensi molto severi ma anche capaci di creare una atmosfera molto serena.
(foto di proprietà di Pracucci, diritti riservati)

 

Dopo i monaci sono pronto per il Papa e cosi sempre let’s go west arrivo a Avignone.

 

E qui, altro che pontefici, benedico (o quasi) l’esser da solo perche piantata la tenda nel campeggio al di la del fiume mi diverto un sacco, conoscendo molti ragazzi di ogni nazionalità!!!

 

Avignone è in festa! È fantastica! È giovane!

 

Ma ahi ahi il tempo stringe e se voglio vedere anche Arles non posso indugiare: saluto tutti e punto a sud.

 

Passo da Baux de Provence dove mi godo il colpo d’occhio sulla valle. (foto di proprietà di Sergio e Gabriella, diritti riservati).

Arles
è come l’ha lasciata van gogh: gialla! E calda, ma un caldo secco, ammorbidito dal vento. Con i covoni alti e molli, le penniche, i bicchierini di pastisse e chissà cos’altro…

 

Induce all’ascesi ma la migliore,  quella che dorme, che sonnecchia, benevola con tutti, incluso il sol leone: una goduria!

 

Ma è ora di partire. Mi porto verso est e anche se vicina al mare non posso non ammirare la Camargue e i suoi cow boy.

 

Non so perche (non siamo mica in guerra) ma mi riempo il baule di cibo francese: paté, croissant, baguette e formaggi e vini, mi viene solo dopo in mente che alla frontiera potrebbero farmi delle storie, invece via liscio: manco mi fermano, e con il mio bottino raggiungo gli amici modenesi che in una sola sera mi fanno fuori tutto quel ben di Dio… (sigh)

Bellissima vacanza!

Franz

 

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