Il mio viaggio in Corsica

03.03.2011 14:35

 

Giugno 2010 mi sono detto “quest’estate vado in Corsica”.

Ecco gli ingredienti: due settimane, itinerante in macchina, da Nord a Sud, non solo mare, pochi soldi. Cosi sono sbarcato a L’Ile Rousse e ho piegato a ovest, verso Calvi. Dopo esser uscito dall’empasse del traghetto (la stradina dove vengono convogliate le macchine che entrano o escono dalla nave è molto piccola) il paesaggio prende vita attraverso dei colori forti: il mare azzurro intenso, la costa di roccia rossa.

Poco prima di raggiungere Calvi si incontrano alcuni campeggi in riva al mare dove si può campeggiare senza pagare una fortuna.

C’è infatti da dire che oltralpe, in verità la Corsica fa un po’ storia a se,  i campeggi sono molto ben tenuti e la loro opzione si rivela molto meno spartana di quanto si possa pensare.

Lascio Calvi e proseguo verso ovet costeggiando un mare sempre dai forti colori (quasi più belli dall’alto che da vicino dove non è raro trovare alghe).


L’approccio al mare è spesso impervio, e non sempre basta avere un 4 x 4. Ci sono calette precluse ai più, per il cui raggiungimento non si possono superare (nessun vigile ma l’amore per la coppa dell’olio) i 20 km/h. Questi siti, dove la sera i cinghiali vengono ad abbeverarsi e l’acqua di notte luccica, contrastano con la sudaticcia calca che incontrerò nei giorni seguenti tra Porto Vecchio e Bonifacio.

 


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A Galeria inverto la rotta e punto verso sud est cercando invano di valicare il massiccio la cui fama (la mitica Haute Route) è più che meritata.

Lungo la bellissima la strada che traversa orizzontalmente da Marine de Porto a Santa Regina passando dal Barrage de Calacuccia, grande lago in prossimità di Albertacce, è frequente imbattersi in branchi di cinghiali e splendide pozze d’acqua dove poter trovare rinfresco dal sol leone (meglio trovarli in momenti diversi, cioè le pozze senza cinghiali...).

 

In qualche modo raggiungo Corte, roccaforte dalle antiche mura medievali, passaggio obbligato, ombelico al centro dell’isola, quindi lontana dal mare, impregnata di identità corsa.

Toccata e fuga, riparto, destinazione Porto Vecchio dove ho alcuni amici da andare a trovare. La costa tra Porto Vecchio e Bonifacio è molto bella, ma la strada che la percorre è congestionata dal traffico e colpisce la quantità di italiani. Piccovagia, Santa Giulia ecc tutti posti splendidi ma da raggiungere o di primo mattino o tardo pomeriggio altrimenti si rischia (beninteso: in pieno agosto) di impiegarci due ore per fare 20 km.


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Bonifacio è una perla. Non solo per le crepes, ma anche per quell’aria di roccaforte inespugnabile dove tira sempre il vento, teatro di arrembaggi, imboscate, attacchi dal mare che le conferiscono un profilo piratesco che, diciamolo, ha un certo fascino.

 

Qui anche la Francia è lontana, lontani i vari Re Sole, il Louvre, Parigi e tutto il resto. Qui tutto è “corso”, la pelle della gente, il loro carattere riservato, il cibo e l’architettura.

 Bellissima vacanza. La straconsiglio!

La prossima volta andrò sulla costa ovest.

 

Suggerimenti?

 

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