Il gioco dei tempi, diaframmi e valori ISO

21.01.2011 13:57

Abbiamo visto nella precedente lezione il rapporto che intercorre tra diaframmi, tempi di esposizione e valore ISO.

 

·     - aumentando di uno o più stop uno di questi tre valori, posso compensare tale aumento     riducendo di uno o più stop uno dei restanti due valori

·     - riducendo di uno o più stop uno di questi tre valori, posso compensare tale riduzione aumentando di uno o più stop uno dei restanti due valori

 

Vediamo ora le motivazioni che possono portarci ad aumentare o ridurre uno dei tre valori e compensare tale aumento o tale riduzione agendo su uno dei restanti due valori oppure su entrambi.

 

Tempi di esposizione

 

A seconda della fotografia che intendiamo scattare, potrà essere necessario utilizzare un certo tipo di tempo: molto veloce (ad esempio 1/2000 di secondo) oppure medio (ad esempio 1/125 di secondo) o infine molto lento (ad esempio un secondo).

 

Ecco quindi qualche esempio di necessità:

·      per scattare fotografie ad una partita di pallone da bordo campo, oppure ad una gara di Formula 1, avremo bisogno di un tempo molto rapido, altrimenti il soggetto che andremo a fotografare –il giocatore mentre corre sul campo oppure la macchina che sfreccia sulla pista- risulterà inevitabilmente mosso;

·      per una normale foto ricordo potremo utilizzare sia un tempo molto rapido che un tempo normale, sarà bene però non utilizzare un tempo molto lento perché, anche se il soggetto sarà in posa e quindi praticamente immobile, la fotografia risulterebbe interamente mossa a causa del movimento della nostra mano;

·      per realizzare una fotografia notturna lungo una strada, e ottenere l’affascinante effetto delle strisce rosse e bianche dei fari delle auto, dovremo invece utilizzare un tempo di esposizione molto lungo (e quindi posizionare la macchina fotografica su un cavalletto affinché la foto non venga mossa a causa del movimento della nostra mano)

 

Diaframmi

 

Abbiamo visto come sia abbastanza facile comprendere, in relazione alla fotografia che andremo a scattare, se utilizzare un determinato tipo di tempo piuttosto che un altro. Per il diaframma è invece più complesso.

 

Il fattore principale da tenere in considerazione per la scelta di un diaframma piuttosto che un altro è la messa a fuoco:

·      tanto più il diaframma è aperto, tanto più nella fotografia risulterà messo a fuoco soltanto il soggetto che, nel momento in cui abbiamo scattato, abbiamo effettivamente messo a fuoco;

·      tanto più il diaframma è chiuso, tanto più nella fotografia risulterà messo a fuoco non soltanto il soggetto che, nel momento in cui abbiamo scattato, abbiamo effettivamente messo a fuoco, ma anche tutto ciò che sta prima e dopo il soggetto (e cioè tra noi e il soggetto messo a fuoco e oltre il soggetto messo a fuoco).

 

Potremo quindi dire che se vogliamo ottenere una fotografia con il soggetto messo a fuoco (ad esempio una persona) e tutto ciò che gli sta dietro sfuocato, allora dovremo aprire il più possibile il diaframma. Se invece vogliamo che non soltanto il soggetto sia a fuoco ma anche tutto ciò che gli sta dietro (che potrebbe essere un paesaggio) allora dovremo chiudere il diaframma.

 

Più avanti, quando affronteremo la profondità di campo, torneremo su questo concetto analizzandolo con maggiore attenzione.

 

Con l’avvento del digitale, un ulteriore fattore da tenere in considerazione per la scelta del diaframma è la nitidezza. Non è certo una regola, ma con molti obiettivi è possibile notare che la fotografia appare meno nitida utilizzando diaframmi molto chiusi o molto aperti, mentre appare al massimo della nitidezza utilizzando il diaframma f8.

 

Valori ISO

 

Un tempo, quando si scattava a pellicola, quasi sempre questa aveva un valore ISO 100 oppure, più raramente, 200 o 400. Oggi, con il digitale, si utilizzano sempre più valori ISO elevati che una volta quasi nessuno utilizzava (ISO 3200 o addirittura 6400).

 

La macchina digitale solitamente restituisce il miglior risultato qualitativo utilizzando valori ISO bassi, o meglio utilizzando il più basso valore ISO nell’ambito dei valori che la macchina stessa offre. Più il valore ISO aumenta e più la qualità della fotografia diminuisce, e diventa sempre più visibile il cosiddetto rumore, ossia una granularità nell’immagine.

 

E’ pur vero però che, con il progresso tecnologico, le nuove macchine fotografiche sono sempre più in grado di restituire immagini di qualità anche ad alti ISO. La soglia (valore ISO) oltre la quale la perdita di qualità diventa percepibile ad occhio umano si sta continuamente alzando. Di conseguenza, come dicevo, è oggi possibile scattare fotografie a valori ISO anche molto elevati senza per questo avere immagini con molto rumore.

 

Ma il rumore, che di per se è un disturbo della qualità dell’immagine, può essere anche voluto da chi scatta la fotografia, ad esempio per ottenere un effetto retrò oppure semplicemente più drammatico.

 

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